Quel dì il Re Del Cielo,
un po' annoiato,
decise di
collaudare il suo creato.
Sbuffò forte da una
nuvola azzurra,
così da ventilare
tutto il pianeta terra.
Quella specie di
tornado
cambiò a tutti il connotato.
Molte creature
furono messe in prova
per testare un’ esistenza nuova.
Tre tipi
diversi di specie animale,
il gallo, il cane e
il rosa maiale,
volarono via fino ad
arrivare
in una fattoria dove
poter lavorare.
Il gallo cantava ogni mattino
e felice svegliava
il suo contadino
che di buonora
andava al campo
a patto che non ci fosse stato maltempo.
Il cane guardingo svelto sfrecciava
faceva la guardia
mentre il campo si arava,
neppure la sera si
riposava
e un' occhiata alla
casa sempre lanciava.
Il maiale era stanco e sempre
affamato
non gli importava
del campo arato
non pretendeva di
fare da sveglia,
cibo e pisolini la
sua unica voglia.
Trascorse un
anno quasi in un lampo
e per l'esame
terminò il tempo.
Il Re Del Cielo
convocò gli animali
e si fece descrivere
il mondo dei mortali,
poi venne il tempo
in cui ognuno di loro
dovette parlare del
proprio lavoro.
Chiese il Re: “cosa hai fatto tu caro
suino?”
“Ho dormito,
mangiato da sera a mattino”
"Male male, sei
un animale pigrone
polvere di stelle
sul tuo nasone";
Così dicendo il
nostro maiale
cambiò il suo naso
in un grugno ovale.
Venne
poi il turno del giallo pennuto
che parlò al Re
tutto compiaciuto.
“Sire ho fatto del
mio meglio
il contadino ho
tenuto sveglio,
quando era ora di
lavorare
mi son svegliato e
mi son messo a cantare”.
Il sovrano
compiaciuto donò al gallo
un folto piumaggio
rosso e giallo.
Il cane arrivò
nel palmo del Re
e raccontò un po'
timido di sé:
“Sua altezza ho
fatto la guardia,
ho sorvegliato senza
codardia,
la fattoria con me
era sicura
anche quando la
notte era scura”.
Il Re così fiero
dell'intelletto e la voce
pensò che il cane
doveva d'esser veloce
e alle tre zampe che
già possedeva
ne aggiunse una
quarta sul fondoschiena,
Ad oggi infatti per
far la pipì
il cane alza proprio
quella zampetta lì.
“Larga la foglia, stretta la via dite la vostra che ho detto la mia”