di luci, di ombre e dei loro moti.
Colmo è l'universo di paesi e di mondi,
di satelliti, di stelle e di pianeti giocondi,
Esiste però un posto mai illuminato
la vera stranezza di
tutto il creato:
il Mondo delle Tenebre, a cui nessuno si
avvicina
perché è lontano da ogni luce divina.
Il suo Signore, oscuro personaggio
del Sole brama ogni suo piccolo raggio,
e stanco di vivere nel buio assoluto
cerca ogni giorno un rimedio astuto.
L'unico pregio del suo pianeta
è l'esistenza di una razza inconsueta.
Da sempre in quel mondo sono cresciuti
cani feroci da tutti temuti.
Così un giorno al Re
parve geniale
lanciare le belve nella volta astrale,
Al primo molosso
fu chiesto di prendere il sole,
e il cane grosso obbedì senza tante parole,
ma appena il sole fu nelle sue fauci
sembrò d'un tratto di aver spento le luci,
in tre secondi sputò fuori la sfera
che gli ustionò la lingua intera.
Al secondo cane
invece, fu ordinato
di rincorrere la luna a perdifiato,
dopo averla presa e solo allora,
di portarla intatta nella Reale Dimora.
La belva veloce fece uno scatto
e l'argentea luce si spense d'un tratto.
L'aveva presa! La luna tra i denti,
ma quanto era fredda, oh, accidenti!
Sputò la sfera e col muso gelato,
e tornò sul pianeta tutto dispiaciuto.
Arrabbiato da quel dì il re Tenebroso
alle sue belve mai diede riposo.
"Larga la foglia, stretta la via dite la vostra che io ho detto la mia"
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